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9 obiezioni all’Inbound Marketing

L’Inbound Marketing è una strategia che attira gli utenti, li trasforma in clienti e crea un legame duraturo nel tempo. Si tratta di un metodo molto efficace soprattutto in ambito B2B. Tante piccole e medie imprese, infatti, adottano già questa strategia, eppure molte altre non lo fanno. Perché? 

Se condividi i pregiudizi sull’Inbound Marketing forse non conosci tutti i vantaggi che, invece, puoi avere proprio grazie a questo metodo.

Nell'articolo passiamo in rassegna le obiezioni all’Inbound Marketing più diffuse e chiariamo perché si tratta di false obiezioni che rischiano di farti prendere decisioni sbagliate e di perdere occasioni di business.

Nel B2B funziona di più bussare alla porta dei clienti

La relazione tra azienda e cliente va costruita passo dopo passo. Contattare un potenziale cliente a freddo, ad esempio dopo che ha lasciato una mail senza nemmeno pensarci troppo, vuol dire rischiare di perdere quel contatto. Soprattutto nel B2B, il processo decisionale è lungo, presuppone un passaggio di informazioni per generare un rapporto di fiducia e tutto questo richiede tempo. L'Inbound marketing consente di costruire una relazione per gradi, trasformando un utente freddo in caldo e accompagnandolo verso la conversione, senza forzature. In questo modo, il legame instaurato con l’azienda diventa più solido e duraturo.

Nessuno legge più le email

Le mail sono ancora uno dei canali più utilizzati per costruire e alimentare rapporti qualificati, ovvero con utenti che abbiano dimostrato interesse verso la tua azienda. Secondo Hubspot, quest’anno i marketers che concentreranno i loro contenuti nelle mail aumenteranno del 22%. Chiariamo, quindi, che le mail non vengono lette solo quando risultano generiche e non utili al destinatario, quando manca la personalizzazione del contenuto e una strategia di invio che sappia calcolare le tempistiche giuste, per suscitare interesse e creare il legame, senza diventare spam. L’email marketing efficace presuppone, infatti, l’utilizzo di tool e CRM che, come Hubspot, aiutano a personalizzare, programmare e semplificare l’attività di invio.

Il blog aziendale è inutile

Il blog aziendale non serve se offre contenuti inutili al target di riferimento perché allora è certo, non lo leggerà nessuno. I testi del blog aziendale, infatti, devono raccontare come risolvi i problemi, non chi sei o cosa fai, ma cosa puoi fare per le persone potenzialmente interessate alla tua offerta. Il blog B2B, in realtà, è molto efficace perché ha proprio lo scopo di attirare gli utenti che cercano le risposte ai loro problemi e, in questo modo, contribuisce anche ad aumentare l’autorevolezza della tua azienda.

E’ impossibile capire i bisogni degli utenti

Invece si può fare e pure in modo approfondito, grazie a specifici software che monitorano le interazioni degli utenti sia con i tuoi contenuti sia con i motori di ricerca. Per capire cosa vogliono i lead analizza il tuo sito: quali pagine vengono lette di più, quali sono le parole chiave che funzionano meglio, devi capire qual è l’intento di ricerca dei tuoi utenti e se è in linea con quello che stai offrendo davvero. Per raccogliere informazioni sui lead, studia anche i contenuti dei tuoi concorrenti. Verifica, inoltre, se le tue mail vengono aperte, se gli utenti compilano i form nelle landing page, se si iscrivono alla newsletter e sperimenta nuove soluzioni per migliorare le performance dei tuoi contenuti.

Il content marketing è lento

Il content marketing richiede un minimo di 3 mesi per portare dei risultati, questi sono i tempi necessari ai motori di ricerca per indicizzare le tue pagine. Passato questo primo periodo però, il content marketing lavora per sempre, migliora la reputazione del brand e continua a far conoscere la tua azienda senza alcuna scadenza temporale. Richiede strategia continua ma è un investimento assicurato a lungo termine.

Le landing page non servono, ho già il sito

Come abbiamo già descritto in un altro articolo del blog, la landing page ha contenuti persuasivi mentre il sito è informativo. Sono strumenti diversi per obiettivi differenti. La landing page non è generica ma mirata e, grazie a software come Hubpost, può anche essere personalizzata e automatizzata. Il sito invece ha contenuti molto più statici. La landing page contiene la CTA che spinge il potenziale cliente più avanti nel proprio processo decisionale.

La marketing automation è troppo complicata

Dipende alla piattaforma con cui viene realizzata la marketing automation. Hubspot mette a disposizione funzionalità automatizzate, alla portata di tutti, che consentono anche di integrare le attività di vari reparti come il Sales e il Marketing. Lo scopo è agire in modo equilibrato e strategico, sulla base di dati condivisi e aggiornati, risparmiando tempo e risorse.

Ho già tanti clienti, perché investire ancora?

Questa è una convinzione sbagliata. Una volta acquisiti, i clienti devono essere deliziati, altrimenti potrebbero trovare occasioni di offerta migliori della tua e rompere il rapporto con te. Anche dopo l’acquisto, quindi, continua a inviare contenuti informativi, aggiornamenti e approfondimenti per rendere il legame più forte e duraturo: comunica l’uscita di nuove versioni di un prodotto, manda inviti a presentazioni, promozioni speciali per fare upgrade, organizza attività di upselling e cross selling per aumentare il ricavo finale, offri assistenza, etc. Fai sentire il cliente speciale. Non abbandonarlo mai perché mantenere un cliente nel tempo, in realtà, è un’attività molto meno costosa che acquisirne di nuovi.

L’Inbound Marketing è troppo impegnativo

Fare Inbound Marketing vuol dire comporre e gestire una strategia: per analizzare il target, produrre contenuti efficaci, diffonderli, monitorarli e testarli fino a trovare le combinazioni migliori. Per gestire queste attività servono le giuste risorse ma se non vuoi perdere i vantaggi offerti dell'Inbound Marketing, valuta quali forze mettere in campo, sia interne sia esterne all'azienda.

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